Oggi voglio parlarvi della mia città natale. Finora non ho fatto altro che parlare del mio amore per il Giappone, e forse in molti avranno pensato, anche leggendo quel che ho scritto, che io non voglia più vivere in questo paese perché lo odio, perché non lo sopporto… Scrivo dunque questo post per precisare che non è così e che, anzi, amo così tanto questo paese e in particolare la mia Roma, da incazzarmi continuamente per le cose che non vanno. Colpa di politici e classi dirigenti in primis, di chi si è arricchito sulle spalle degli altri, della sporca mafia, (che è pappa e ciccia con lo stato), dei corrotti, come pure degli italiani comuni, che come pecore agonizzanti, non riescono ancora a mettersi in testa di dover per primi cambiare mentalità e animo per migliorare questo paese, per dare un futuro alle prossime generazioni!
Lunedì scorso sono andata a fare delle commissioni in centro assieme a mia sorella. C'era l'ennesimo sciopero dei mezzi pubblici (la situazione è ormai al limite e non si sa se sono più incazzati i cittadini che in tal modo fanno fatica ad andare al lavoro o gli autisti di bus e metro che non ricevono lo stipendio), così ci siamo mosse con la macchina, approfittando anche dei varchi aperti nelle zone ZTL. (Sono le zone chiuse al traffico, esclusi residenti, taxi, mezzi pubblici, e quei maledetti bastardi con le auto blu, a cui auguro so io cosa). Questo giretto in macchina per il centro mi ha fatto provare nostalgia…
20 anni fa (avevo circa 8 anni), il sabato mattina (giorno libero a scuola perché dal lunedì al venerdì l'orario era fino alle 16:30) andavo a lavoro con mio padre, gestore di un bar vicino Fontana di Trevi. Bisognava ovviamente andare molto presto, così ci trovavamo a girare per il centro di Roma alle 4:30 di mattina, quando il cielo cominciava a schiarirsi e quando in giro non c'era anima viva. C'erano molte più strade con i sampietrini (adoravo il rumore che facevano le ruote della macchina sui sampietrini) e c'era molta meno gente, molte meno macchine, molto meno stress… Ma soprattutto, c'era un magico profumo di antico, di eterna bellezza, di strada e di fresco… (non c'erano odori puzzolenti come adesso). Era meraviglioso. Mi sentivo una privilegiata, pensavo già a 8 anni a quante persone avrebbero voluto provare quell'attimo di contemplazione, di piena soddisfazione, di commozione di fronte a millenni di storia. Perché Roma ti accoglie, Roma ti abbraccia, Roma ti ama e tu non puoi fare a meno di ricambiare il suo amore. Roma mi emozionava, adoravo i colori, la maestosità dei palazzi, le piazze vuote, i grandi palazzi, i cui vicoli erano ombrati e freschi…
Sono passati 20 e Roma è cambiata. C'è chi la definisce invivibile: non è un luogo comune, è vero, è invivibile. Non funziona NIENTE, è la capitale del mondo (perché era davvero la capitale del mondo) rovinata, stuprata, sfruttata, distrutta da romani, italiani e stranieri. La gente non fa che aumentare, lo schifo non fa che dilagare, non esistono regole per gli stranieri, i quali si sentono autorizzati ad adattarsi all'italianità del luogo, difficilmente ormai si riescono a sentire i profumi, si sentono solo puzze su puzze… Roma è una città che sta morendo.
Nel mio piccolo cerco di curare il rispetto per il luogo in cui mi trovo, combatto, se posso e se ne sono in grado, di fronte a ingiustizie e vergognose azioni, non faccio che urlarlo che Roma la stiamo rovinando e che sta ormai perdendo l'appellativo di "città più bella del mondo". Vorrei che tutti quei bastardi ben piazzati nelle istituzioni, cominciassero a pensare alla collettività invece che a sé stessi, vorrei trovare il modo per costringerli, per cambiare le cose in meglio… Provateci anche voi nel vostro piccolo, se non l'avete già fatto, perché Roma non deve andare persa.